giovedì 10 ottobre 2019

Curare è meglio che prevenire.

Chloe Corey alla pioggia non bada mentre è seduta sulla sommità delle scale esterne che conducono al "The Underground". Il pub è chiuso da giorni - due, tre, quattro? Da quando Eldred s'è trovato ad affrontar da solo le conseguenze di una candela ch'ha fatto da miccia ad esplosioni in serie. Poteva chiamarmi lo ha pensato innumerevoli volte Doveva farsi portar da me altrettante, più delle candele che ha comprato al market vicino la libreria: quelle rosse sono sempre in offerta perché Natale è ancora lontano, ma non è per questo che lei le ha scelte. E' stata c o l p a sua è un nuovo pensiero, diverso da tutti gli altri perché sporco di rancore e non d'apprensione: per questo un po' si incazza ed un po' si sente in colpa, stropicciandosi la faccia, e battendo i piedi come una bambina. Poteva trovare un altro modo - Siamo la cosa più vicina ad una famiglia che ha - Ma lui è davvero la sua famiglia! Galen ci ha provato con tutte le sue forze e le sue armi a curarla - lo fa ogni volta, dal momento in cui l'ha vista infervorarsi per qualcosa che non s'aspettava, ma lei è cocciuta e lui glielo dice ogni volta che può, dunque in fondo lo sa: dovrebbe saperlo che Chloe Corey per guarire da quella delusione ha bisogno di tempo, di conviverci e di farsi male ancora.

Tanto. Poi. Rimedia. In un modo o nell'altro rimedia a tutto, se ne è convinta lo ha capito da un po', che a discapito di ciò che si dice lei è più brava a curare che a prevenire: non può prevenire il male degli altri e così lo cura, ma il suo non lo può curare da sola, e per questo... ha bisogno di tempo.