mercoledì 3 aprile 2019

Il filo degli eventi.

Un cellulare rubato. Un ginocchio frantumato. Un incubo più che reale.

Sembrano collegati, il nesso appare logico, non è difficile immaginare il filo degli eventi che lega il primo elemento al secondo, e poi al terzo. Spesso, tuttavia, l'apparenza non è un'entità sincera.


Un uomo incappucciato che cammina indisturbato e che non pare destinato a destar attenzioni s'appropria di un cellulare che non gli appartiene, e si diverte a rovesciare una borsa di libri e tranquillità.

Un vigilante inatteso, in un vicolo buio e poco raccomandabile, finisce per abbassare la canna della pistola istintivamente puntata. E si lascia aiutare, per rimettersi in piedi, e colmare il vuoto lasciato dal primo uomo.

Un centro commerciale luminoso, affollato, diventa il teatro degli orrori e apre le tende ad un'oscurità reale e viva, che si dissipa in fretta quando un paio di occhi tornano visibili e vigili, e spaventati.


Il filo degli eventi è teso dall'apparenza che è pure ingannevole, e dalle mani di chi ha solo ventidue anni ma avrebbe già dovuto imparare a guardare oltre la realtà, oltre il visibile, oltre l'immaginabile.

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