lunedì 25 marzo 2019

I.

Siamo all’interno di una caffetteria della catena Denny’s. Gettiamo un’occhiata intorno, poi fermiamo lo sguardo su una ragazza seduta vicino la finestra. Perché proprio lei? Perché non un’altra? Non lo sappiamo. Eppure per qualche motivo la nostra attenzione è attirata da quella ragazza… così, è una cosa che ci viene spontanea. Seduta a un tavolo per quattro persone, sta leggendo un libro. Indossa una camicia bianca con colletto nero, una gonna nera corta a balze ed un paio di collant scuri che s’infilano in anfibi neri scoloriti sulle punte da innumerevoli passi. Ha appeso allo schienale della sedia accanto alla sua una sorta di mantellina altrettanto nera. Quanto all’età, probabilmente sta sulla ventina. Non è più un’adolescente, ma in qualche modo ha ancora addosso l’atmosfera delle scuole superiori che non ha mai frequentato. Capelli castani di media lunghezza, lisci. Quasi niente trucco, e nemmeno un gioiello. Un viso piccolo e magro. Ogni tanto fra le sopracciglia le si forma una ruga, segno che sta riflettendo.

La ragazza è molto infervorata nella lettura. Non stacca quasi gli occhi dalle pagine di uno spesso libro dalla copertina rigida, di cui non possiamo leggere il titolo perché ha ancora la fodera di carta di una libreria indipendente. Deve trattarsi di un argomento impegnativo, a giudicare dalla serietà con cui sta leggendo. Sembra divorare il testo riga per riga, senza saltare una parola.

Sul tavolino c’è una tazza di caffè. Un portacenere vuoto. Accanto al portacenere è posato un cappello nero a falde larghe, probabilmente un po’ grande per la sua testa, ed un po’ eccessivo per la sua età. Sulla sedia di fianco c’è una sacca di pelle nera. Dalla forma, si direbbe che sia stata riempita di fretta e furia con le prime cose che capitavano, così, alla rinfusa. A intervalli regolari la ragazza porta la tazza alla bocca, ma non sembra trovare il caffè di suo gradimento. Lo beve perché ce l’ha davanti, quasi fosse suo dovere, per così dire.

La musica di sottofondo è Go Away Little Girl, di Percy Faith e la sua orchestra. Ovviamente nessuno l’ascolta. Numerosi clienti, ma lei è l’unica donna sola. Ogni tanto solleva gli occhi dal libro e guarda l’orologio che ha al polso. Il tempo però non sembra scorrere alla velocità che vorrebbe. Tuttavia non dà l’impressione di avere un appuntamento con qualcuno. Non si guarda mai attorno, né getta occhiate verso la porta, spera soltanto che il tempo passi un po’ più in fretta. Peccato che all’alba manchi ancora molto, non c’è bisogno di dirlo.



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