lunedì 25 novembre 2019

« Un leader può cadere può perdere può morire. E così un vice.
Io no. Io non vado da nessuna parte. »

« Io non vado da nessuna parte. »
« Io non vado da nessuna parte. »

                                             « Io non vado da nessuna parte. »
« Io          non          vado          da          nessuna          parte. »
« Io non vado da nessuna parte. »                                             

« Io non vado da nessuna parte. »
« Io non vado da nessuna parte. »


« Io non vado da nessuna parte. »
« Io non vado da nessuna parte. »
« Io non vado da nessuna parte. »



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- Non sei più forte di tutto questo -

sabato 23 novembre 2019

Spera.

Messaggio inviato

Tira un respiro di sollievo, ma il doppio nodo in gola che s'aspettava di non avvertire più è sempre lì. Il cellulare lo tiene in mano Chloe mentre pensa a come in fondo lo sapeva: sapeva che la presenza di Gary in città sarebbe stato un problema. Lo ha saputo con più certezza quando le ha detto - entusiasta, Gary è sempre entusiasta - di esser riuscito ad entrare in Polizia. Lo ha saputo quando lui ha iniziato a guardarla con quegli occhi, con quell'apprensione a piegargli l'espressione. Non sapeva che lo sarebbe stato però fino a questo punto: guarda lo schermo del suo cellulare datato, spera. Spera che ci creda. Spera che non faccia troppe domande. Spera che non avrà più di un doppio nodo in gola da nascondere a quegli occhi.

Messaggio inviato

Pigia sul tasto ormai consumato mentre s'aggira all'Hub: Nicholas non lo trova - è quasi vuoto, l'Hub, in questi giorni. Non ci mette molto a rispondere e neanche lei, ma alla fine del secondo messaggio ha già il viso accartocciato: cosa stia facendo se lo chiede spesso ma ora più forte, spera che stia bene come dice, spera di non averlo buttato giù. Spera anche che gli porti il cioccolato ed il burro di arachidi che ha detto. 

Messaggio inviato

Sfiata sul Communicator, si passa una mano fra i capelli, come se pettinarli con le dita potesse mettere in ordine la rabbia - la paura - la disperazione. Nonèverononèverononsaràquellochestopensando. Galen ha sempre le risposte e così quando il Communicator vibra spera, ha gli occhi svuotati ed il cuore in gola, pronti ad accogliere una rassicurazione. Non. Questa. Volta. Le dita sono più veloci ed esperte che mai quando risponde di getto: "No Galen no". Continua a ripeterlo, anche se non lo ha detto ad alta voce, ma Galen non ha la risposta giusta. No Galen no. No Galen no.

Messaggio inviato

"Rob". Cosa spera di ottenere, così gli dà speranza, se lo dice e dunque riprende a scrivere. Non può dargli speranza, gliene è rimasta giusto un briciolo ed ha da combattere pure con la sensazione che un briciolo è anche t r o p p o. E' suo fratello, glielo devo dire. Si stropiccia la faccia questa volta, l'espressione che vorrebbe camuffare - è bianca, stanca, smunta, non ha dormito. Guarda il cellulare, ha da sperar qualcosa di diverso: ha da sperare che risponda. Che stia bene. Fa che stia bene almeno lui, almeno adesso.

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- Sei più forte di tutto questo -

martedì 12 novembre 2019

Questione di contrasti.

Il tocco di Iago e' ruvido, la mano su cui Chloe può concentrare lo sguardo è grezza, mangiata dalle cicatrici sulle nocche e dai tatuaggi che raccontano una vita di strada, un passato tormentato; una rosa rossa e piena di spine e la scritta F U C K una lettera per dito. Ruvida la sua mano, rudi i suoi tatuaggi. Chloe scorre con gli occhi su questi come se ci tenesse a registrare il contrasto fra ciò che le restituisce il suo senso percettivo, e ciò che le restituisce quello tattile, e visivo. Per qualche motivo, tale contrasto, alla fine riesce a farla sorridere di un sorriso piccolo e morbido.

Chloe Corey ignora ancora il fatto che sia fatta di contrasti almeno tanto quanto Iago: non ha i tatuaggi, lei, ma sorride sotto una maschera ch'è rude e apatica e che s'illude di poter guardare attraverso i suoi stessi occhi azzurri, senza che dei suoi occhi vispi e curiosi Khymeia abbia effettivamente niente. Non ha i tatuaggi, ma quelli non servono quando di sé cerca di nasconder tutto, quando nel buio colpisce e ferisce - E' per un buon fine, quando agli occhi del nemico di turno non è concesso più di qualche istante di luce azzurra - E' giusto così. Sono fatti di contrasti tutti i Soldiers, tutti i Vigilanti, tutti quelli che l'han affiancata nella notte per strada e nel giorno fra quattro mura, proprio come adesso nella Paperback Parlor con Iago: Iago è uno di loro, Iago è Narcis, Iago le stringe la mano - Quelle mani hanno ferito, ucciso, sguazzato nel sangue - e crede alla fiducia di cui lei parla. 

« Che colore ha... Questa fiducia? »

Come i bambini con le favole - le favole dopo gli incubi peggiori, le favole per tornare a dormire - Iago chiede di più, cerca i colori. Non bada al fatto che son frutti anch'essi dei giusti contrasti.

« E' verde: verde bello, verde brillante.
Come te quando sei pienamente te stesso, sotto il sole. »
Bruciante come gli occhi di Chloe, per un attimo, nel prender coscienza di ciò.